L'illustrazione naturalistica

Non mi sono mai proposta come illustratrice naturalistica e per caso mi è capitato un lavoro che aveva a che fare proprio con questo tipo di illustrazione.
Ho realizzato una trentina di disegni di specie diverse di pesci in acrilico e matite per una campagna pubblicitaria sul consumo di pesce italiano.
                          
Finita la commissione ho cominciato a riflettere sui tipi di lavori di illustrazione che mi erano arrivati sin lì: assolutamente diversi tra loro (dalla creazione di loghi all' illustrazione scolastica, alla naturalistica appunto).
Questo è un male? Un bene? 
Sicuramente quando ci si propone come illustratore professionista bisogna avere chiaro in mente a chi ci vogliamo proporre e cosa vogliamo proporre. Ma, la faccenda si complica se amiamo il fumetto, l' illustrazione per bambini, il carnet de voyage, la stampa su linoleum, e chi più ne ha più ne metta...
        
 
In realtà ciò che ci piace è ciò che ci nutre.
La nostra immaginazione è composita e sfaccettata e un aspetto di essa non allontana e non ne esclude altri.

Allora, rimane il fatto del come proporsi correttamente agli eventuali clienti.
Dando per assodato che possediamo già una maturità ed unitarietà stilistica, rimane il punto di cui si parla qui.
Come fare a comunicare correttamente la nostra professionalità se questa non si rivolge esclusivamente ad un unico tipo di illustrazione?
Alcuni consigliano di tenere le varie anime separate se sono assolutamente antitetiche tra loro.
Illustratore per bambini di giorno e linotipista sperimentale di notte?
Certamente ci si può anche provare.
O ci si può presentare con un buon sito chiaro e fruibile che funga da portfolio e presentare le nostre varie anime distinte per pagine?

To be continued...


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